Diciannove anni fa il magistrato veniva ucciso con la moglie e la scorta in un attentato a Capaci. Oggi abbiamo scelto di ricordarlo con le parole di Ilda Boccassini. Amare come la verità.
Ricordare Giovanni Falcone è un obbligo morale che non deve mai essere inscatolato nella routine.
Noi abbiamo scelto di celebrare il magistrato assassinato 19 anni fa, insieme con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani , riproponendo le parole del magistrato Ilda Boccassini che in un’intervista di nove anni fa a Repubblica disse cose molto dolorose a ancora oggi attuali.
“Né il Paese né la magistratura né il potere, quale ne sia il segno politico, hanno saputo accettare le idee di Falcone, in vita, e più che comprenderle, in morte, se ne appropriano a piene mani, deformandole secondo la convenienza del momento.(…) Non c’è stato uomo la cui fiducia e amicizia è stata tradita con più determinazione e malignità. Eppure le cattedrali e i convegni, anno dopo anno, sono sempre affollati di “amici” che magari, con Falcone vivo, sono stati i burattinai o i burattini di qualche indegna campagna di calunnie e insinuazioni che lo ha colpito”.
Ieri Falcone era odiato dai mafiosi e da molti suoi colleghi.
Oggi Falcone è amato malinconicamente – e cioè con una sorta di gioia del dolore – da tutti quelli che hanno imparato qualcosa da lui: il senso del dovere, la sete di giustizia, la prudenza nei giudizi, il coraggio delle scelte.
Viva Giovanni Falcone.
Noi abbiamo scelto di celebrare il magistrato assassinato 19 anni fa, insieme con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani , riproponendo le parole del magistrato Ilda Boccassini che in un’intervista di nove anni fa a Repubblica disse cose molto dolorose a ancora oggi attuali.
“Né il Paese né la magistratura né il potere, quale ne sia il segno politico, hanno saputo accettare le idee di Falcone, in vita, e più che comprenderle, in morte, se ne appropriano a piene mani, deformandole secondo la convenienza del momento.(…) Non c’è stato uomo la cui fiducia e amicizia è stata tradita con più determinazione e malignità. Eppure le cattedrali e i convegni, anno dopo anno, sono sempre affollati di “amici” che magari, con Falcone vivo, sono stati i burattinai o i burattini di qualche indegna campagna di calunnie e insinuazioni che lo ha colpito”.
Ieri Falcone era odiato dai mafiosi e da molti suoi colleghi.
Oggi Falcone è amato malinconicamente – e cioè con una sorta di gioia del dolore – da tutti quelli che hanno imparato qualcosa da lui: il senso del dovere, la sete di giustizia, la prudenza nei giudizi, il coraggio delle scelte.
Viva Giovanni Falcone.
Volevo riportare anche le parole che hanno accompagnato la Medaglia d'oro al valore civile consegnata ai familiari di Falcone il 5 Agosto 1992 a Palermo.
«"Magistrato tenacemente impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata, consapevole dei rischi cui andava incontro quale componente del 'pool antimafia', dedicava ogni sua energia a respingere con rigorosa coerenza la sfida sempre più minacciosa lanciata dalle organizzazioni mafiose allo Stato democratico. Proseguiva poi tale opera lucida, attenta e decisa come Direttore degli Affari Penali del Ministero di Grazia e Giustizia ma veniva barbaramente trucidato in un vile agguato, tesogli con efferata ferocia, sacrificando la propria esistenza, vissuta al servizio delle Istituzioni".»
Fonte: Viva Giovanni Falcone / http://informarexresistere.fr/
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