Nella frazione successiva incomincia a farsi vedere la panchina di Scott Brooks. In quattro minuti e mezzo di utilizzo nel secondo periodo Eric Maynor firma 7 punti mentre Dallas perde lucidità offensiva abbassando clamorosamente le proprie percentuali. I padroni di casa infilano un solo canestro dai 7.25 con JJ Barea commettono 5 turnovers e subiscono 33 punti dagli avversari. Westbrook risulta il miglior marcatore del quarto con otto punti e i Thunder vanno negli spogliatoi con un possesso di vantaggio.
Al rientro sul parquet la partita prende i binari dell'equilibrio con però Oklahoma che tenta la fuga grazie ad una difesa che dimostra evidenti miglioramenti nella marcatura del tedesco. Nowitzki viene frequentemente raddoppiato dovendo spesso scaricare il pallone e così gli ospiti volano sul più otto grazie al solito Kevin Durant. I Mavs però riescono a sopperire all'assenza in attacco di Dirk con le triple di Deshawn Stevenson e Peja Stojakovic. Break di 11-2 dei texani e punteggio in perfetta parità a quota 65.
Con la sfida che entra nella quarta frazione si mette in azione Wunder Dirk. L'ala Wuzburg segna 16 dei 29 suoi punti totali negli ultimi dodici minuti di match ma i Thunder nella metà campo offensiva non sbagliano praticamente nulla. OKC converte 11 tiri su 17 complessivi tentati firmando 19 grazie al contributo delle proprie riserve. Maynor sostituisce Westbrook in regia mentre Harden è il go to guy con dieci punti nel periodo. Al termine dell'incontro saranno 23 punti più 7 rimbalzi per l'ex Arizona State. Thunder sull'uno pari. Sabato notte gara 3 in Oklahoma.
Ma passiamo alla Eastern Conference. Il ritorno sul campo di LeBron James contro Chigaco ha avuto l’obiettivo di sempre: seminare scompiglio. L’ex fuoriclasse di Cleveland ha preso il controllo della situazione quando serviva ed i Miami Heat hanno così mandato un messaggio forte ai rivali in queste finali di Eastern Conference, battendoli in gara 2 e riportando la serie in parità.
James ha concluso la sua seconda apparizione a Chicago in questa fase con 29 punti, mentre Dwyane Wade 24, tanti da consentire alla compagine della Florida di sconfiggere i Chicago Bulls 85-75. Un risultato che gratifica anche alla luce dei prossimi match casalinghi di Miami, con Chicago costretta a rispondere in casa degli Heat nelle prossime due gare, dopo aver subito questo smacco in casa.
I toni restano comunque calmi, tanto che lo stesso James ha subito chiarito: "La serie è appena iniziata. È di 1-1. Siamo entusiasti per essere stati in grado di arrivare qui e ottenere una vittoria. Ma è appena iniziata." Parole di un certo rilievo che giungono proprio da colui che ha deciso gara due negli ultimi minuti di gara, aprendo con una tripla la svolta per Miami portando i suoi davanti nel parziale per 76-73, dopo un periodo di equilibrio complessivo. Per lo stesso James anche una grande prova di riscatto dopo la grande copertura di Luol Deng in gara 1, che non gli ha lasciato molto spazio. Sulla gara non è mancata la firma dell’altro fuoriclasse Wade, anche lui ritonato arrembante dopo la precedente gara sottotono. Si è distinto anche Udonis Haslem, che Spoelstra ha definito "un guerriero assoluto del campionato", in grado di fornire una scintilla dalla panchina con 13 punti a referto, importanti per consentire al suo team anche di battere i Bulls per la prima volta in questa stagione, nonostante stavolta sia mancato Chris Bosh, autore si appena 10 punti dopo i 30 dell’incontro di apertura.
Sul versante di Chicago ancora una volta è stato Derrick Rose ad emergere con 21 punti, non molti considerando al sua media, un bilancio condizionato anche dal fatto di averne siglati solo due nel quarto periodo. L’alto giocatore dei Bulls ad essere andato in doppia cifra è stato Deng con 13 punti. Joakim Noah, invece, ha piazzato nove punti, e solo otto rimbalzi. Taj Gibson dopo aver fornito una scintilla nel quarto trimestre, non è riuscito a fare di più di otto punti partendo dalla panchina. Poco meno Carlos Boozer, che ha terminato con sette punti e otto rimbalzi. Gara tre diventa già determinante dal punto di vista psicologico delle due formazioni.
Fonte: NBA Italia
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