giovedì 14 aprile 2011

C'è chi dice no - Giambattista Avellino

Genere: commedia
Durata: 95 min
Attori: Luca Argentero, Paola Cortellesi, Paolo Ruffino.
Distribuzione: Universal
Regia: Giambattista Avellino

Trama: I protagonisti del film sono tre amici, ormai ex compagni di scuola che si rincontrano dopo circa vent'anni; Max è un talentuoso giornalista precario che aspetta con ansia di essere assunto, Samuele è un giovane laureato in diritto penale che aspira a diventare ricercatore, mentre Irma è un'affermata dottoressa che attende da anni un contratto.
Qual è la cosa che li accomuna maggiormente? Ebbene, il fatto di essere ingiustamente ostacolati nelle loro carriere da persone raccomandate. I giovani decidono quindi di vendicarsi da soli contro il nepotismo che caratterizza da sempre il nostro Paese, scambiandosi tra loro le persone da perseguitare, così da avere alibi di ferro e non essere scoperti. Arriveranno così a creare una vera e propria banda, col nome ' I pirati del merito ‘, tentando grazie ad essa di risolvere anche la situazione di molte altre persone precarie. Purtroppo però i loro reati vengono scoperti dalla polizia e i tre amici sono condannati a sei mesi di arresti domiciliari. Con un lieve tono di drammaticità dato dagli ultimi fotogrammi, durante i quali si notano uomini vestiti di nero che inseguono ogni raccomandato che passeggia noncurante per le strade della città, il film presenta una realistica faccia della nostra società, dove ormai non servono più la cultura e la conoscenza per cercare lavoro, ma soltanto l'aggancio giusto e la buona amicizia. Una denuncia, forse, che il regista ha voluto mostrare al pubblico cinematografico, racchiudendo in un'ora e mezza tutto ciò che caratterizza in maniera negativa l'Italia. I protagonisti diventano i nostri riflessi che affrontano la quotidianità e tentano di andare contro un sistema che ha ormai affondato le sue radici solide sul suolo del lavoro.
Una lieve delusione è data anche dai poliziotti che concentrano le loro ricerche principalmente sui piccoli reati vendicativi commessi dalla banda, dimenticandone altri di maggior importanza e tralasciando il fatto che siano proprio i tre ragazzi a ribadire il concetto di giustizia e lealtà.
Esiste dunque una possibile speranza di debellare la piaga delle raccomandazioni?
Il film purtroppo non lascia risposte positive. Ma non è da attribuire al regista la colpa di aver scelto un finale così aderente alle problematiche di tutti i giorni. Chissà se riuscisse a smuovere gli animi. A quel punto potremo considerare il cinema come un'arte dal potere immenso e illimitato.
Intanto però, vi consigliamo vivamente di andarlo a vedere!
                                                                                        

       Alessia D'Ippolito

Nessun commento:

Posta un commento